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Pino Jodice Jazz Trio, "Infinite Space"
A Pino Jodice andrebbe fatto un monumento, talmente importante, vasta e articolata è la sua attività in favore della musica jazz, dall'attività didattica di insegnamento di pianoforte, composizione, arrangiamento, improvvisazione e orchestrazione (attualmente è docente presso il Conservatorio di Milano) a quella di illuminato fondatore e organizzatore, direttore di tante orchestre, fra le quali la Pino Jodice Jazz Orchestra e, insieme a sua moglie Giuliana Soscia, della Orchestra Jazz Parthenopea, inoltre, della Orchestra del Parco della Musica di Roma, di cui è batterista il fratello Pietro. I due fratelli, insieme al contrabbassista Luca Pirozzi, anche bassista elettrico, collaboratore di un'infinità di musicisti di varie aree stilistiche, realizzano un cd di straordinaria forza inventiva, con la partecipazione di Andrea Centrella al live electronics.

Proprio l'elettronica dà il primo tocco espressivo all'inizio del cd, nel pezzo intitolato Polaris, un tocco evocativo che ci porta a ciò che il titolo allude, il senso dell'infinitudine che, per tutto il disco viene comunicato da un flusso sonoro continuo (il quarto brano s'intitola proprio Melodia infinita). Non a caso, il cd è dedicato, e per certi versi prende le mosse, ai lavori di Stephen Hawking e Margherita Hack, alle loro capacità divulgative dei misteri del cosmo. C'è un senso religioso, nel senso etimologico della parola ossia di ciò che supera l'uomo (da "relegare", legare insieme l'uomo e ciò che lo oltrepassa), lo si percepisce molto bene fin dai primi suoni di Galaxies, il secondo brano in scaletta dai toni quasi di preghiera laica.

Sottolineare la bravura e la sensibilità di cotanti musicisti è un'ovvietà, piuttosto sarebbe da mettere in rilievo la capacità progettuale, quella che troppo spesso manca nel jazz attuale che strizza l'occhio al revival o all'arrangiamento di canzoni pop. Siamo in presenza di un progetto ben definito, scandito nei suoi tratti puramente musicali, e ben comunicato, a dimostrazione che la comunicatività non dipende dal semplificare ma dalla forza e verità di quello che si propone.

Il susseguirsi delle composizioni è variegato ma assai omogeneo, basato su una sottile ricerca armonico/timbrica che viene esaltata da un interplay assoluto, non basta lavorare da anni insieme occorre anche intelligenza e compartecipazione, qui davvero ai massimi livelli.

Progetti del genere devono superare le barriere fra i generi, devono entrare a pieno diritto nel concetto aperto di musica senza confini, cosa che si sente dire spesso ma che in realtà non avviene, perché si continuano a fare delimitazioni e ognuno vive nel suo orticello sonoro. Nel libro Ragioni e sentimenti ho cercato di inserire, su una traccia di musica colta, quella jazz, cinematografica, elettronica, perfino accenni alla canzone di autore etc., nel libro che sto scrivendo sulla musica presente non ci saranno più confini, chi si attarda ad ascoltare un solo genere, a fare un solo tipo di musica, chi vive in una sola area è perdente. Quello che veramente conta è la qualità, concetto difficile da spiegare ma che si sente benissimo ascoltando questo Pino Jodice Jazz Trio.

Molti i passaggi che andrebbero sottolineati di grande interesse, molti gli assoli di straordinaria forza e precisione, ma è il complesso del lavoro che riveste un'importanza notevole: "Il cd inizia con il decollo dell'Apollo 11... salite con noi a bordo, chiudete gli occhi, ascoltate la musica e osservate lo straordinario spettacolo del Cosmo", così dice Jodice e fidatevi dell'eccezionale capacità di questa musica di essere trasportati in un mondo fantastico!


http://www.pinojodice.com/






Renzo Cresti - sito ufficiale